Quando scoppiò la SARS ad Hong Kong avevo 5 anni e, in soli 6 mesi, ci furono 1750 casi e 300 decessi. In seguito, la SARS divenne una tra le pandemie più diffuse della storia. [1]

Oggi, 17 anni più tardi, la malattia da Coronavirus rappresenta la nuova SARS. Ogni giorno è come rivivere quell’orrore di 17 anni fa; l'aumento di casi e decessi ci fa rabbrividire, rendendoci sempre più ansiosi. La città è sprofondata ancora una volta nel panico e ha visto assalti ai beni di prima necessità con scaffali rimasti completamente vuoti. Se usciamo di casa laviamo e puliamo attentamente le mani, indossiamo sempre la mascherina chirurgica e, senza alcuna imposizione da parte del governo, le persone si isolano in quarantena in completa autonomia.

Un amico del Nord Europa mi ha detto che prima d’oggi il suo paese non aveva mai avuto a che fare con questo tipo di pandemia e pensava che il Coronavirus fosse una semplice influenza; io gli ho risposto dicendo: “Abbiamo preso tutte le precauzioni possibili, siamo scioccati da ciò che abbiamo imparato dalla SARS”.

Non so se sia giusto definirci “fortunati”, ma la triste esperienza che abbiamo vissuto ci ha resi più attenti e in grado di gestire responsabilmente questo nuovo scoppio epidemico. 

Proprio quando pensavo che Hong Kong fosse pronta a questa nuova pandemia, ho sentito storie spiacevoli su asiatici discriminati in altri paesi per la loro etnia e perchè indossavano la mascherina per strada; ed è proprio quello che è accaduto ad una mia amica che studiava all’estero in un piccolo paese nei pressi di Francoforte, in Germania. Quando l’ho saputo ero completamente devastata. A quanto pare il Coronavirus è molto più di un pericolo per la salute, poiché in numerosi paesi ha perfino causato problemi sociali tra le diverse etnie. Non è sbagliato indossare la mascherina per strada durante un’epidemia, non è sbagliato essere asiatico in un paese straniero, allora perché i miei amici vengono presi di mira o perfino umiliati?

Se il vostro paese non promuove l‘utilizzo della mascherina come da protocollo anti Covid, a me sta bene e rispetto tale decisione; ma perchè non fate lo stesso quando nel nostro paese si sceglie di indossarla? Sono già passati quattro mesi dallo scoppio dell’epidemia e sempre più persone stanno iniziando a capire che il Coronavirus non è affatto una semplice influenza. Man mano che la situazione peggiora, le persone si rendono conto dell’importanza del distanziamento sociale e dell’efficacia dell’utilizzo della mascherina nel prevenire la diffusione del virus.

Ciononostante, i medici e gli ospedali di tutto il mondo sono perennemente sotto pressione poichè devono far fronte alla carenza di dispositivi medici. Non ci sono mascherine chirurgiche a sufficienza e, naturalmente, ad averne la priorità è il personale medico. Dal momento che quest’ultimo rischia la propria vita per avere il controllo della situazione, il nostro dovere è quello di prendere ogni precauzione possibile per fermare l’avanzata del virus. Se uscire di casa è prettamente necessario, ma non si possiede una mascherina, si dovrebbero comunque coprire naso e bocca con una stoffa, un reggiseno, una sciarpa, purchè siano lavati dopo ogni uscita. In poche parole, bisognerebbe boicottare il virus, piuttosto che le persone che indossano la mascherina!

17 anni fa Hong Kong lottava duramente contro la SARS e lo ha fatto per 6 mesi. Durante quel periodo la gente era disperata e spaventata; alcuni pensavano perfino che fosse la fine di Hong Kong, ma poi l'epidemia finì e la vita sbocciò pienamente in città. Il 2020 potrà anche essere stato un pessimo anno, ma se tutti prenderemo seriamente l’epidemia di COVID-19, allora riusciremo ad avere di nuovo la nostra libertà e a godere dell’aria pulita che, per troppo tempo, abbiamo dato per scontato.

[1] Per saperne di più sulla SARS e su cosa Hong Kong abbia appreso dall’epidemia, clicca qui.