Liberate Hong Kong, revolution of our times by Diana Chan

Hong Kong: la mia casa

Mentre frequentavo l'università negli Stati Uniti non ho mai avuto nostalgia di casa, mi bastava prendere un volo per far ritorno ad Hong Kong, quello di sempre, o almeno era così fino a quando la mia casa non si è ammalata.
Hong Kong, Eastern Asia

Story by Andy Lee. Translated by Anita Landolfo
Published on May 24, 2022.

This story is also available in GB de fr ir pt



Listen to this story:


"Ti manca casa?" Questo era ciò che mi chiedevano gli amici mentre frequentavo l’università negli Stati Uniti, lontano da Hong Kong. Non ho mai avuto nostalgia di casa, dopotutto per raggiungerla mi bastava prendere un volo, quello di sempre che era lì ad aspettarmi, o almeno era così fino a quando la mia casa non si è ammalata.

Negli ultimi 12 mesi Hong Kong è apparsa ai miei occhi sempre più deturpata: i titoli di giornale, le foto, le dirette live hanno rappresentato l'evidente dissacrazione della democrazia. [1] Oltre due milioni di persone hanno marciato per le strade unendosi alla seconda protesta di massa della città degli ultimi dieci anni, la più grande nella storia hongkonghese, solo per vedere i propri diritti fondamentali ignorati, strappati via, criminalizzati. Ed è lottando con tutte le mie forze per riconoscere la città in cui sono cresciuto che mi sono reso conto di avere nostalgia di casa. Questa volta nessuna stradina, né volo diretto, potrà “riportarmi nel luogo al quale appartengo”; non c’è nessuna via di fuga, soltanto una cruda realtà: la mia casa sta morendo e non sono l'unico a soffrirne. La nostalgia di casa è come un'epidemia diffusa in tutta la città. Hong Kong è sempre stata paladina della libertà di espressione e di raduni, ma ora è soltanto una città fredda, crudele, dissanguata e in punto di morte e il ricordo di quella che era un tempo non potrebbe mancarmi di più.

Essendo degli anni '90, appartengo all'ultima generazione di hongkonghesi britannici nati prima del 1997, anno del trasferimento della sovranità di Hong Kong dal Regno Unito alla Cina continentale. Noi ragazzi di allora siamo cresciuti con un conflitto interiore: siamo nostalgici per la conclusione di un capitolo storico, ma anche in trepida attesa della fine dei 50 anni di autonomia di Hong Kong, un periodo di transizione regolato secondo il modello politico "Un Paese, due sistemi."[2] Alle medie ho sgobbato sui libri per gli esami, divorando i testi sulla separazione dei poteri, sul Governo Centrale del Popolo e lo Stato di diritto, concetti necessari a noi cittadini di soli 15 anni per costruire il futuro della nostra città (ad oggi rimossi dai programmi scolastici). Ripensandoci, molti di noi hanno dato totalmente per scontato quel futuro, ormai utopia a causa dei piani del governo cinese.

Dopo la loro unione, i rapporti tra i due paesi si sono inaspriti e, quella che inizialmente sembrava una stretta di mano amichevole da parte di Pechino, è diventata una presa aggressiva che ha schiacciato l'anima della mia patria.[3] Con la promulgazione della legge sulla sicurezza nazionale, inoltre, si è raggiunto il culmine di dieci anni di proteste contro il controllo cinese; essa ha violato l'integrità della città, l'ultimo chiodo nella bara dei resti in decomposizione della democrazia. Hong Kong è così passata dall'essere una delle città più sicure al mondo ad uno stato di polizia a tutti gli effetti, contando 9.200 manifestanti arrestati, 2.600 feriti e innumerevoli "suicidi".

Guardandola da lontano ho provato dapprima dolore, poi ero come intorpidito. La rabbia si è consumata in sospiri privi di parole, i notiziari non facevano altro che parlare di manifestanti condannati al carcere e di funzionari governativi che, in realtà, sputavano menzogne spietate. Eppure, tutt’oggi vivo a dodici ore di fuso orario da quel caos e mi chiedo chi sono io per scoraggiarmi, quando il rischio più grande che corro è quello di scontrarmi con gli amici d'infanzia uniti al corpo di polizia? Chi sono io per perdere la speranza, quando i ragazzi lottano per il proprio futuro e per la loro stessa vita?

La speranza nasce lì dove ci sono mancanze e, anche se la nostalgia di casa sta affliggendo Hong Kong come un'epidemia, noi cittadini resistiamo per difenderne l'identità e se i nostri cuori rimarranno a casa potremo appiattire la curva epidemiologica. Abbiamo combattuto contro l'oppressione e l'ingiustizia con ombrelli, elmetti, maschere antigas e le nostre storie da raccontare; ci rifiutiamo di accontentarci di un governo privo della voce del popolo, anche se la nostra casa non è più quella di prima. Alla fine, noi cittadini non soccomberemo alla malattia che affligge Hong Kong e insieme la cureremo.


Note a piè di pagina:

[1] Hong Kong piange la fine della propria libertà ora che la Cina reprime il dissenso generale, storia di Laurel Chor in National Geographic (1° settembre 2020) https://www.nationalgeographic.com/history/2020/09/hong-kong-mourns-way-life-china-cracks-down-dissent/

[2] Un paese, due sistemi è il modello politico adottato ad Hong Kong (e Macao) nel 1997, anno in cui l'ex colonia britannica entrò a far parte della Cina continentale come Regione amministrativa speciale (Special Administrative Region, SAR). Secondo il modello, Hong Kong conserva la propria autonomia governativa, giuridica, economica e finanziaria, mantenendo rapporti commerciali con i paesi stranieri in modo indipendente dalla Repubblica Popolare Cinese per 50 anni, fino al 2047. Negli anni '80, ad Hong Kong, c'era un detto popolare che recitava: "I cavalli continueranno a correre e le persone a danzare" (in senso fig. si continuerà ad organizzare corse di cavalli e a tenere aperti i locali notturni). L’espressione, probabilmente, simboleggiava il passaggio graduale e armonioso della sovranità di Hong Kong dal Regno Unito alla Cina continentale; in realtà, l'autonomia di cui ha goduto Hong Kong è stata di breve durata.

[3] Dal 1997, Pechino ha gradualmente attuato una serie di azioni politiche per ampliare il proprio controllo su Hong Kong; tuttavia, a partire dal 2010, le sue intenzioni sono diventate molto più evidenti. Nel 2014 l'amministrazione di Hong Kong, su pressione di Pechino, ha inscenato un'elezione pseudo-democratica per la nomina del nuovo capo dell'esecutivo, così definita in quanto i candidati ammessi erano stati preselezionati. Ciò ha dato vita alla Rivoluzione degli ombrelli, un movimento di protesta che ha visto l'occupazione di gran parte della città da parte di manifestanti che hanno marciato in modo pacifico muniti di ombrelli; ciononostante, la protesta è stata messa a tacere dopo tre mesi lasciando i cittadini in uno stato di amarezza e frustrazione. Nell'estate 2019, il popolo si è mobilitato per protestare contro il disegno di legge sull'estradizione, un emendamento che avrebbe difatti autorizzato le autorità cinesi a estradare i sospetti verso la Cina continentale, concedendo a quest'ultima un maggiore controllo sul sistema giudiziario hongkonghese.


How does this story make you feel?

Follow-up

Do you have any questions after reading this story? Do you want to follow-up on what you've just read? Get in touch with our team to learn more! Send an email to
[email protected].

Talk about this Story

Please enable cookies to view the comments powered by Disqus.

Share your story

Every story we share is another perspective on a complex topic like migration, gender and sexuality or liberation. We believe that these personal stories are important to better understand what's going on in our globalised society - and to better understand each other. That's because we are convinced that the more we understand about each other, the easier it will be for us to really talk to one another, to get closer - and to maybe find solutions for the issues that affect us all. 

Do you want to share your story? Then have a look here for more info.

Share Your Story

Subscribe to our Monthly Newsletter

Stay up to date with new stories on Correspondents of the World by subscribing to our monthly newsletter:

* indicates required

Follow us on Social Media

Andy Lee

Andy Lee

Hi there, I’m Andy, a 28-year old Hongkonger who loves nature, playing music, travelling, memes, and cats—their existence alone sparks joy. There are a lot of things I love about being a wildlife conservationist: my office is out in the sea, savannah, and rainforest; my coworkers include dolphins, snow leopards, elephants, and cheetahs; and I get to meet many passionate and inspiring friends and colleagues who are dedicated to saving the environment. I completed my graduate studies in the US, and I am now a conservation scientist in Washington, DC focusing on conservation technologies and climate change research. Being abroad has exposed me to many great new experiences personally and professionally, but Hong Kong is and will always be my home.

Other Stories in Italiano

Elijah Kanye



Show all

Get involved

At Correspondents of the World, we want to contribute to a better understanding of one another in a world that seems to get smaller by the day - but somehow neglects to bring people closer together as well. We think that one of the most frequent reasons for misunderstanding and unnecessarily heated debates is that we don't really understand how each of us is affected differently by global issues.

Our aim is to change that with every personal story we share.

Share Your Story

Community Worldwide

Correspondents of the World is not just this website, but also a great community of people from all over the world. While face-to-face meetings are difficult at the moment, our Facebook Community Group is THE place to be to meet other people invested in Correspondents of the World. We are currently running a series of online-tea talks to get to know each other better.

Join Our Community

EXPLORE TOPIC Liberation

Global Issues Through Local Eyes

We are Correspondents of the World, an online platform where people from all over the world share their personal stories in relation to global development. We try to collect stories from people of all ages and genders, people with different social and religious backgrounds and people with all kinds of political opinions in order to get a fuller picture of what is going on behind the big news.

Our Correspondents

At Correspondents of the World we invite everyone to share their own story. This means we don't have professional writers or skilled interviewers. We believe that this approach offers a whole new perspective on topics we normally only read about in the news - if at all. If you would like to share your story, you can find more info here.

Share Your Story

Our Editors

We acknowledge that the stories we collect will necessarily be biased. But so is news. Believing in the power of the narrative, our growing team of awesome editors helps correspondents to make sure that their story is strictly about their personal experience - and let that speak for itself.

Become an Editor

Vision

At Correspondents of the World, we want to contribute to a better understanding of one another in a world that seems to get smaller by the day - but somehow neglects to bring people closer together as well. We think that one of the most frequent reasons for misunderstanding and unnecessarily heated debates is that we don't really understand how each of us is affected differently by global issues.

Our aim is to change that with every personal story we share.

View Our Full Vision & Mission Statement

Topics

We believe in quality over quantity. To give ourselves a focus, we started out to collect personal stories that relate to our correspondents' experiences with six different global topics. However, these topics were selected to increase the likelihood that the stories of different correspondents will cover the same issues and therefore illuminate these issues from different perspectives - and not to exclude any stories. If you have a personal story relating to a global issue that's not covered by our topics, please still reach out to us! We definitely have some blind spots and are happy to revise our focus and introduce new topics at any point in time. 

Environment

Discussions about the environment often center on grim, impersonal figures. Among the numbers and warnings, it is easy to forget that all of these statistics actually also affect us - in very different ways. We believe that in order to understand the immensity of environmental topics and global climate change, we need the personal stories of our correspondents.

Gender and Sexuality

Gender is the assumption of a "normal". Unmet expectations of what is normal are a world-wide cause for violence. We hope that the stories of our correspondents will help us to better understand the effects of global developments related to gender and sexuality, and to reveal outdated concepts that have been reinforced for centuries.

Migration

Our correspondents write about migration because it is a deeply personal topic that is often dehumanized. People quickly become foreigners, refugees - a "they". But: we have always been migrating, and we always will. For millions of different reasons. By sharing personal stories about migration, we hope to re-humanize this global topic.

Liberation

We want to support the demand for justice by spotlighting the personal stories of people who seek liberation in all its different forms. Our correspondents share their individual experiences in creating equality. We hope that for some this will be an encouragement to continue their own struggle against inequality and oppression - and for some an encouragement to get involved.

Education

Education is the newest addition to our themes. We believe that education, not only formal but also informal, is one of the core aspects of just and equal society as well as social change. Our correspondents share their experiences and confrontations about educational inequalities, accessibility issues and influence of societal norms and structures. 

Corona Virus

2020 is a year different from others before - not least because of the Corona pandemic. The worldwide spread of a highly contagious virus is something that affects all of us in very different ways. To get a better picture of how the pandemic's plethora of explicit and implicit consequences influences our everyday life, we share lockdown stories from correspondents all over the world.

Growing Fast

Although we started just over a year ago, Correspondents of the World has a quickly growing community of correspondents - and a dedicated team of editors, translators and country managers.

94

Correspondents

113

Stories

57

Countries

433

Translations

Contact

Correspondents of the World is as much a community as an online platform. Please feel free to contact us for whatever reason!

Message Us

Message on WhatsApp

Call Us

Joost: +31 6 30273938